A bite of story Il Sartù è uno dei piatti più ricchi e graditi della tradizione napoletana. Si presenta in tavola come un timballo dorato di riso al forno, che avvolge numerosi ingredienti a base di carne di vario tipo e di versure. La storia del Sartù è infatti davvero originale.
Merito degli chef francesi del 1700 A Napoli il riso veniva importato dalla Sicilia fin dall’VIII secolo ma in cucina non era mai riuscito ad ottenere successo. Veniva infatti dato ai malati, specie a quelli che magari nei giorni precedenti avevano esagerato nel mangiare piatti di maccheroni al sugo di carne, che erano decisamente i preferiti. Sia dal popolo sia dalla nobiltà cittadina. Le cose cambiarono per merito della regina Maria Carolina d’Austria, moglie del re Ferdinando II, la quale considerando troppo contaminata la sua cucina reale da influenze arabe e spagnole, fece arrivare alla corte di Napoli i migliori chef di Francia, i Monsieur, che nel dialetto locale vennero presto chiamati Monsù.
Il vino giusto L’ abbinamento non è facile, vista l’abbondanza e la diversità dei componenti di questo primo piatto. Iedale è comunque un vino rosso dal gusto abbastanza intenso ma non particolarmente morbido, in cui si senta un po’ di tannino, come una Barbera d’Asti prodotta in Piemonte.