Un antipasto fresco ma anche un piatto completo da proporre come secondo, capace di richiamare l’estate italiana, specie quella dei paesi del sud, dove sono prodotti i tre popolari ingredienti base: la mozzarella di bufala (ma si può fare anche con il latte di mucca), i pomodori, il basilico. I colori di questi tre ingredienti sono gli stessi della bandiera italiana, ed anche per questo l’insalata caprese o semplicemente la caprese, è considerato un piatto nazionale e proposto in tutte le regioni.
Le origini in una affascinante isola
Le origini di questo piatto si trovano nell’isola di Capri, nel golfo di Napoli. Nei piccoli orti delle case disseminate nelle campagne i pomodori e il basilico si sono sempre coltivati, mentre la mozzarella è arrivata probabilmente nel bagaglio di qualche marinaio dalla vicina costa della regione Campania, dove i bufali sono allevati fin dai tempi dei Fenici e dei Normanni, perché sono stati gli unici animali che si sono potuti adattare alle paludi che un tempo si trovavano poco oltre le spiagge.
Un piatto “futurista”
La caprese fu però conosciuta grazie a una grande cena organizzata nei primi anni del 1900 dalle cucine del Grand Hotel Quisisana, nel cuore di Capri, un albergo fondato nel 1845 e tutt’ora accoglie ospiti amanti della quiete ma anche del lusso. La cena era stata organizzata in onore di Filippo Tommaso Farinetti, poeta e scrittore italiano fondatore del movimento artistico internazionale chiamato “futurismo”, capace di influenzare anche la gastronomia. Farinetti non amava la cucina tradizionale, nemmeno la pasta, considerata troppo pesante, ed era sempre attratto dalle novità della cucina. Così gli chef lo sorpresero con questo piatto dai colori patriottici, i cui ingredienti erano disposti a strati sovrapposti. Gli storici della gastronomia tipica delle isole italiane ricordano quando il Re dell’Egitto Faruq 1, durante una vacanza sull’isola, nel 1951, chiese fuori orario un pasto veloce e fresco. Gli servirono un panino con l’insalata caprese ma con una piccola variazione. Lasciarono i rossi pomodori e la bianca mozzarella, ma al posto del verde basilico i cuochi misero, come terzo ingrediente, il nero di seppia. Probabilmente il sapore non era eccellente, ma i tre colori insieme rappresentavano quelli della bandiera egiziana.
La caprese divenne rapidamente un piatto comune, per la semplicità della preparazione, che richiede pochi minuti senza usare sistemi di cottura, e per la facilità in cui i tre ingredienti, oltre all’olio d’oliva extravergine, potevano essere trovati nelle fattorie e nei piccoli negozi delle campagne del centro e sud Italia.
Il vino giusto
L’insalata caprese, sempre condita con profumato olio extravergine d’oliva, può essere servita anche come spuntino del pomeriggio, specie in una giornata calda. Il vino che meglio abbina è bianco, giovane, morbido, con profumi freschi di fiori e frutta e va servito fresco. Ottimo il Pinot Grigio prodotto da Livio Felluga nel nord est dell’Italia.