Una pasta dallo spessore consistente e dalla forma rettangolare. Quella in commercio, facile da trovare, è larga circa 15 centimetri e larga 20 centimetri ma, se fatta in casa, può essere di dimensioni differenti, adattabili alla teglia con cui normalmente viene cucinata nel forno.
Nella preparazione, le strisce di pasta sfoglia vengono sovrapposte a strati, alternandole a sughi diversi come il ragù, il più caratteristico, ma anche al pesto, ai formaggi e alle verdure, gradite versioni per vegetariani.
Già apprezzate nella cucina degli antichi Romani
Le lasagne sono un primo piatto nazionale, nel senso che, pur con varianti di dimensioni e condimenti, sono servite a tavola, specie nei giorni di festa o quando la compagnia è numerosa, in tutte le regioni italiane. Anche se la popolarità maggiore le riscuotono in Emilia Romagna dove, in abbinamento con il gustoso ragù, sono diventate uno dei piatti simbolo della regione.
Il “laganum”, un impasto di acqua e di farina di grano tirato come una sfoglia, era già in uso nella cucina dei Romani e lo stesso gastronomo Apicio, nel suo libro di ricette “De re coquinaria”, descrive una pasta “lagana”, consistente in ampie sfoglie che facevano da rivestimento a diversi tipi di carne cotta tagliata in piccoli pezzi.
Di “lasagna”, lo stesso termine utilizzato oggi, si parla invece nei libri di gastronomia del Rinascimento e le ricette più dettagliate e le tecniche di cottura al forno si trovano nella cucina napoletana del 1400, che le trasforma in un piatto prelibato, da nobili di Corte, grazie anche alla varietà degli ingredienti di cui potevano disporre. La prima ricetta in cui si fa cenno all’uso del pomodoro, sempre di tradizione napoletana, è “solo” del 1881.
Il vino giusto
L’abbinamento va fatto in base al tipo di condimento che si usa. Se di ragù o di salsiccia, per esempio, vanno bene rossi come Valpolicella, il vino veneto amato da Ernest Hemingway, e Chianti. Se di verdure e formaggi meglio vini bianchi come Verdicchio, Soave, Sauvignon.