Pinzimonio

Un piatto di verdure crude che può essere servito a tavola per accompagnare altre pietanze ma anche come stuzzichino con l’aperitivo. Si propone agli ospiti anche per soddisfare in modo sano, perché ricco di vitamine e povero di calorie, quel senso di appetito pomeridiano in attesa che arrivi l’ora di cena.

Solo con verdure fresche
È un piatto composto da verdure fresche, quelle che, secondo la stagione, si trovano facilmente sui banchi del mercato. Anche se le verdure più usate sono sedano, carote, porri, finocchi, è facile trovare in aggiunta ravanelli, carciofi, striscioline di verza, radicchio.
Il nome del pinzimonio può derivare dal verbo “pinzare”, un verbo antico della lingua italiana che significava pungere, essere piccante, in quanto un tempo le verdure si intingevano in sughi o condimenti ricchi di spezie. Può derivare tuttavia anche dal fatto che le verdure, tagliate a striscioline, si prendono con le mani, esattamente con il pollice e l’indice, come le punte di una pinza, per essere poi intinte nell’olio, sale e pepe, con eventuale aggiunta di aceto.

Un tempo era un piatto solo decorativo
Il pinzimonio, inteso come colorata composizione di verdure, era già in uso nei banchetti del Medioevo, ma non veniva mangiato perché aveva solo la funzione di ornamento ai sostanziosi piatti di carne, specie la selvaggina, che veniva servita di solito a tavola. Poi qualcuno iniziò a condire quelle verdure con lo stesso sugo saporito delle carni, fino a farle diventare abituale contorno. Fu solo nel XIX secolo che i sughi “pesanti” vennero sostituiti dal condimento più leggero e salutare che ha come protagonista l’olio d’oliva.

Il condimento in rosso
Il pinzimonio si consuma nello stesso modo in tutte le regioni italiane ma in Sicilia ne esiste una versione locale in cui il condimento è composto da olio, sale, menta, aglio, un po’ di acqua e l’immancabile pomodoro pelato. Raro ma molto gustoso.

Il vino giusto
Non è facile consigliare un abbinamento a questa pietanza se nell’olio viene aggiunto l’aceto, che con il suo sapore acidulo si metterebbe in contrasto con qualsiasi vino. Se l’aceto non viene aggiunto all’olio, allora sono perfetti vini bianchi morbidi e profumati, come quelli dell’Alto Adige o i Vermentino della Sardegna e della costa toscana.

  • 19 Maggio 2016
  • in: Antipasti
  • by Franco Faggiani