Ottima la scelta della crema di pomodori secchi, che derivano tradizione del sud Italia. Qui, nelle case di campagna, i pomodori appena raccolti venivano tagliati a fette, a loro volta stese su stuoie o direttamente sui tetti, ad asciugare al sole, in modo da perdere il liquido e potersi conservare a lungo, per tutto l’anno, fino al raccolto successivo. Tenuti in sacchetti di carta o raggruppati nei barattoli contenti olio extravergine.
Pasta e verdure come primo piatto; ma una pasta speciale, le lasagne, piccole sfoglie sottili e larghe alternate a strati di piselli e carciofi, che si coltivano e si cucinano in grande stile soprattutto nella campagna che circonda Roma. Lasagne e carciofi era una abbinata già sulla tavola delle cucine etrusche.
Anche le polpette al sugo sono tipiche delle regioni del sud, un piatto che fa tanto “atmosfera casalinga”. Prendono il nome da polpa, ovvero la parte più pregiata e ricca della carne di cervo, cinghiale, maiale o mucca con cui nel XV secolo si faceva questa pietanza. Originariamente era più che altro una specie di involtino, che cambiò la sua forma quando da piatto dei ricchi divenne piatto dei poveri. I quali cominciarono a tritare in pezzi molto piccoli tutti gli avanzi di carni e verdure dei pasti precedenti per poi impastarli con le mani e trasformarli in piccole palle rotonde da coprire poi in un sugo inteso, in modo da coprire eventuali sapori “vecchi”. Lo Chef, ve lo garantiamo, ha invece usato carni fresche e di primissima scelta!
Protagonista del contorno è la zucca, un ortaggio che si adatta a terreni anche molto diversi e dunque in Italia è coltivata quasi in ogni regione. Ha vari utilizzi - pensate ad Halloween o alla carrozza di Walt Disney per Cenerentola - ma Roberto ha scelto la strada per noi migliore, quella di trasformarla appunto in un contorno squisito dai sapori delicati, intensi e a volte contrastanti. La versione in agrodolce prende origini dalla Sicilia.
Rimaniamo nella grande isola del sud Italia per il dolce, perché i protagonisti del dessert sono i pistacchi. Fanno davvero bene alla salute, e soprattutto al cuore, e si coltivano da millenni nel mediterraneo e in Medio Oriente. Il luogo di coltivazione più tradizionale in Italia è Bronte, un piccolo Paese ai piedi del Vulcano Etna. Il pistacchio è il seme di un frutto molto piccolo, che cresce a grappoli su piante che possono superare i dieci metri di altezza e che possono vivere per secoli. Una curiosità botanica: ci sono piante maschili e piante femminili. Le prime servono solo a fecondare le seconde con il polline prodotto.
Ottimi tutti i vini rosati e anche una rossa Barbera, leggera, non molto alcolica, del Piemonte.
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