Se a tavola si vuole versare il vino
Quando si invita un ospite in un ristorante elegante è facile che ad occuparsi del “bicchiere vuoto” ci siano il sommelier, il capo sala o un cameriere attento, sempre pronti ad avvicinarsi al tavolo con la bottiglia quando in il vino è finito. In un party in casa è bene evitare di servire il vino ogni volta che un ospite finisce quello contenuto nel suo bicchiere. E’ più opportuno lasciare la bottiglia a centro tavola in modo che ognuno possa facilmente servirsi da solo. E’ questa una regola che possiamo definire “nuova” rispetto alle abitudini di un tempo, ma è motivata dal fatto che è molto cambiato il modo di degustare un vino, che molte persone bevono con maggior moderazione, che qualcuno stia seguendo qualche dieta dal limitato contenuto alcolico. Una regola che va osservata specie se ci sono ospiti nuovi, di cui non si conoscono le abitudini alimentari.
Naturalmente è possibile, anzi, doveroso, versare il vino se il commensale lo chiede invece in modo specifico.
Ricordiamo sempre che il vino non va mai versato oltre “la pancia” del calice, ovvero la sua parte più larga. Una curiosità: questa dose vede le sue radici nella tradizione contadina italiana, quando i medici di campagna ordinavano ai loro pazienti in convalescenza “due dita di vino buono” per riprendersi dalla malattia. Fino alla metà del 1900 il vino davvero di qualità era ancora raro e, quando c’era, nelle case contadine veniva consigliato solo a scopo terapeutico e in quantità limitate.